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La guerra di Umberto
Scritto da Pacifico Cofrancesco   
09/18/08
Indice articolo
La guerra di Umberto
E la storia inizia...
La guerra d'Etiopia
La "Libbretta"
Umberto in Libia
La "vita a patir di fame"
"Prisoner of War" in India
la corrispomdenza coi familiari
l'Australia di Umberto
Il ritorno a casa
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L’Australia di Umberto

 “Giorno primo novembre 1943 imbarcato al porto di Bombay diretto per l’Australia, dove sono arrivato il giorno 16 novembre 1943 sbarcando al porto di Melbourne. Situato in un campo presso Murchison.”

La nave che portò Umberto da Bombay a Melbourne era la SS Lurline, di proprietà della Matson Line, durante la seconda guerra mondiale era stata assegnata alla U.S. Navy ed adibita al trasporto di truppe e prigionieri.





SS Lurline
La nave SS. Lurline in un’immagine del 1943,
come la vide probabilmente Umberto quando si imbarcò per Australia

Il trasferimento di Umberto in Australia avvenne dopo l’8 settembre 1943, data in cui l’Italia firmò l’armistizio con i paesi Alleati. L’Italia era divisa in due. Al Nord la Repubblica Sociale Italiana di Benito Mussolini, ancora alleato della Germania, e al Centro e al Sud il Regno d’Italia, che era sotto il controllo delle truppe alleate e della parte di esercito italiano che si era schierata col Re. Anche nei campi di prigionia gli italiani erano divisi tra coloro che rimasero con Mussolini e coloro che si dichiararono fedeli al Re d’Italia. Ma nell’uno e nell’altro caso essi continuarono ad essere dei prigionieri, fino alla fine della guerra e anche oltre, come accadde ad Umberto.
Della prigionia australiana di Umberto non sappiamo molto. Nel suo taccuino, oltre a Murchison, suo campo di prigionia ufficiale, annota dei nomi di luoghi, alcuni dei quali rintracciabili, altri no.
“1° Wonthaggi
 2° Dayliston
 3° Ryanton
 4° Woragull
 5° Trafaldi
 6° Taragon
 7° Cuirasi”
Wonthaggi, Warragul e Traralgon sono facilmente identificabili e sono tutti luoghi intorno a Melbourne. Di Wonthaggi Umberto annota anche l’indirizzo di una persona:
“mrs. Lg. Baù
King Street Wonthaggi
Victoria”
King Street a Wonthaggi c’è ancora. Chissà se ci sono ancora i discendenti o i parenti di quella persona? Giuseppina racconta che il padre Umberto aveva tenuto i contatti con delle persone in Australia anche dopo il ritorno dalla prigionia.

Dintorni di Melbourne
I dintorni di Melbourne dove Umberto è stato durante la prigionia

Il “Service and Casualty Form” di Umberto riporta anche altri luoghi nei dintorni di Melbourne dove dovrebbe essersi trovato per un certo tempo. Nell’ordine:
Leonghata
Warragul
Rowville
Broadmeadows
É nota l’esistenza di campi di prigionia a Rowville e Broadmeadows. A Leonghata e Warragul forse c’erano delle fattorie a cui Umberto era stato temporaneamente assegnato. Tra l’altro Leonghata si trova molto vicino a Wonthaggi, dove certamente Umberto era stato durante la prigionia.

Dai racconti che ci sono pervenuti, la prigionia australiana per gli italiani non doveva essere molto dura. Un diverso trattamento era invece riservato a giapponesi e tedeschi, di cui gli australiani non si fidavano.

Molti prigionieri italiani si affezionarono così tanto all’Australia, che dopo la fine della guerra vi ritornarono da emigranti, spesso con l’aiuto di quelle stesse persone per cui avevano lavorato come prigionieri.

Il campo di Murchison
Il campo di Murchison nel 1943, come doveva presentarsi all’arrivo di Umberto
(Australian War Memorial – 034010 – www.awm.gov.au)

La vita nel campo di Murchison non era certamente diversa da quella degli altri campi. Addirittura la struttura dei campi era molto simile. Il campo di Murchison aveva una particolare struttura poligonale a 12 lati, approssimativamente circolare, con quattro blocchi ben distinti denominati Compound A, B, C e D, divisi da due strade che si incrociavano al centro del campo.

Il campo di Murchison      image035r.png
Una foto aerea del campo n.13 di Murchison (a sinistra)
e uno schizzo del campo di Cowra (a destra)

Come racconta un altro prigioniero italiano, Phil Faella, originario della provincia di Benevento, la tipica attività cui erano destinati i prigionieri era la coltivazione dei campi o il taglio della legna. A volte venivano anche impiegati nel carico e scarico di vagoni merci. I prigionieri che vivevano al campo, e non erano stati assegnati ad una fattoria, ogni mattina “dopo che erano stati messi in fila nei vari gruppi di lavoro e il capitano aveva fatto la conta, venivano trasportati con dei camion nei posti di lavoro”.

Prigionieri italiani al lavoro
5 Marzo 1945. 740 prigionieri italiani del blocco C, Gruppo POW No. 13 POW sono
impegnati giornalmente per la raccolta dei pomodori
nelle proprietà del distretto di Shepparton.

(Australian War Memorial - 030239-09 - www.awm.gov.au)


Prigionieri italiani al lavoro  Prigionieri italiani al lavoro
Prigionieri italiani al lavoro nei campi di pomodori
(Australian War Memorial - 030239-11 and 030239-14 - www.awm.gov.au)


I prigionieri più fortunati vivevano nelle baracche, altri in tende, sopratutto nei campi  di transito, come quello di Rowville. L’inverno era un grosso problema. Ai prigionieri non venivano date coperte e così erano costretti a dormire vestiti. Phil Faella ricorda che “le baracche non erano riscaldate e nelle notti gelate la condensa poteva cadergli addosso dalla sottile copertura”. Certamente per la pleurite di Umberto, queste condizioni non dovevano essere molto d’aiuto. Dopo l’arrivo in Australia, Umberto non scrisse più nulla sul suo taccuino. Non ci sono arrivate neppure delle lettere di questo periodo.

Passarono così, tra le raccolte di pomodori e il freddo australiano, quasi quattro lunghi anni, che dovettero essere particolarmente noiosi. Paesani ce ne dovevano essere anche a Murchison e nei campi circostanti. Certamente c’era il Caporal Maggiore Ernesto Lavorgna, di Castelvenere (Benevento), quello che nel 1942 al campo di Ramgarh (India) aveva testimoniato a suo favore, e che rimase a Murchison dal gennaio del 1944 al gennaio 1947, come risulta dal suo Service and Casualty Form, custodito nei National Archives of Australia.

Umberto con i suoi compagni di prigionia in Australia
Umberto sulle spalle di uno dei suoi amici durante la prigionia in Australia

I prigionieri di guerra italiani rimasero nei campi di prigionia ben oltre la fine ufficiale della guerra. D’altra parte l’Italia quella guerra l’aveva persa, inoltre la manodopera a basso costo faceva comodo a tutti. I prigionieri ricevevano comunque un piccolo salario pari ad uno scellino e tre pence al giorno, per il lavoro che facevano nei campi. Questo denaro poteva essere utilizzato all’emporio del campo per fare piccoli acquisti, come tabacco,  rasoi o dolci. Sia in India che in Australia esistevano speciali banconote e monete che potevano essere utilizzate solo nei campi. Le monete usate nei campi australiani avevano un foro circolare al centro per distinguerle da quelle normalmente usate dalla popolazione locale.

Umberto aveva un conto corrente tenuto dall’amministrazione del campo di Murchison. Prima della sua partenza definitiva dal campo, il 31 gennaio 1947 gli furono accreditati 115 sterline, 16 scellini e 2 pence. Questo era quanto rimaneva da pagare per l’attività svolta come  prigioniero di guerra, dal 22 ottobre 1943 al 31 gennaio 1947.

Statement of account
Lo “statement of account” firmato da Umberto come ricevuta
all’atto del pagamento dei compensi guadagnati come prigioniero di guerra



Ultimo aggiornamento ( 09/18/08 )
 
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