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4. I Cofrancesco nel 1600 a S. Lorenzello
Che
cosa accadde di tutti questi Cofrancesco nel XVII secolo? Quello che si può
dire con grande sicurezza è che, tranne alcuni casi isolati e spesso
temporanei, la maggior parte di loro restò a S. Lorenzello, dove si erano
ben radicati.
Alcuni avevano attività
artigianali: Mattia e i suoi figli per esempio nel 1650 erano proprietari di
una “bottega” nel centro di S. Lorenzello. Altri avevano terreni.
Quasi tutti abitavano in una casa propria, talvolta anche di dimensioni ragguardevoli:
i fratelli Vincenzo e Marco, figli di Simone Cofrancesco possedevano una casa
di ben sette stanze, come risulta da un atto notarile del 1 marzo 1700.
Il borgo di S. Lorenzello ai piedi del Monte Erbano, dalla strada per
Cerreto
Per tutto il 1600 i Cofrancesco abitavano generalmente nei vichi e nelle contrade
del centro di S. Lorenzello, ossia nella parte antica del borgo, che, come risulta
dallo Stato dell’anime del 1714, avevano nomi suggestivi, molti
dei quali sopravvissuti fino ad oggi, con solo piccole modifiche: Vico dello
Puzzo, Vico delli Panella, Contrada che va verso avanti Santo,
Contrada in mezzo alla Piazza, Contrada sopra la Rua, Vico
delli Brunelli. Chi abita oggi a S. Lorenzello riconoscerà immediatamente
i nomi di queste vie e luoghi del borgo, sopravissuti anche al disastroso terremoto
del 1688.
Le targhe di ceramica dipinta di vie storiche di S. Lorenzello già
esistenti nel 1714
Si trovano anche nomi di cui si è persa la memoria, o almeno ufficialmente
non ci sono vie o contrade che perpetuano tali nomi. Un esempio molto interessante,
anche per la storia dei Cofrancesco, è il Vicinato Franzese,
che potremmo tradurre in italiano moderno come il “Quartiere Francese”.
Questo era proprio il luogo dove Mattia aveva lasciato in eredità ai
suoi figli la bottega di cui si è detto, con annessa casa d’abitazione,
e dove altri Cofrancesco vivevano nel 1600. Qualche persona anziana identifica
il Vicinato Franzese con il piccolo “vico” a fondo chiuso
che si apre subito a sinistra all’inizio della via Avantisanti, percorrendola
con le spalle alla chiesa di S. Lorenzo. La bottega di Mattia oggi non è
facilmente identificabile, ma sotto gli intonaci rifatti in epoche recenti,
gli edifici sono rimasti quelli del 1600, anche questi certamente sopravissuti
al terremoto.
Il Vicinato Franzese dove Mattia Cofrancesco aveva la sua bottega
Anche i Cofrancesco sopravvissero, molto numerosi, sia al terremoto del 1688,
sia alle epidemie più o meno grandi del secolo XVII, come ad esempio
la peste del 1654, o l’epidemia, non registrata dalle cronache, ma evidente
dagli atti di morte custoditi nella chiesa parrocchiale di S. Lorenzello, che
nel 1623 nell’arco di circa tre mesi, da luglio a settembre, falcidiò
oltre 100 persone, soprattutto donne e bambini, ossia quasi il 10% della popolazione
allora residente a S. Lorenzello.
La mortalità infantile
all’epoca era in generale molto elevata, soprattutto nelle famiglie più
povere, in cui le condizioni economiche non permettevano una alimentazione corretta
e adeguata, e dove spesso le condizioni igieniche non dovevano essere delle
migliori. Inoltre qualunque tipo di infezione, non disponendo all’epoca
di validi rimedi, risultava spesso fatale, soprattutto per i bambini. Le famiglie
erano comunque assai prolifiche e la morte di un bimbo in tenera età
era un fatto così frequente da essere accettato come facente parte dell’ordine
naturale delle cose. Anche di madri morte di parto in giovane età ce
n’erano molte. I mariti, rimasti vedovi e spesso con un gran numero di
figli piccoli di cui occuparsi, si risposavano in breve tempo. Anche le donne,
in caso di morte del marito, si risposavano assai di frequente. Le donne prendevano
marito molto giovani, 15 anni era un’età quasi normale per una
“vergine in capillo” (ragazza non sposata) per cercare marito.
Caterina Pacelli, ad esempio, sposò Giovanni Donato Cofrancesco, figlio
di Mattia, il 19 giugno 1645, all’età di 16 anni non ancora compiuti;
Giovanni Donato, invece, aveva 32 anni: ben 16 più di lei.
Nell’arco dell’intero
1600 nascono a S. Lorenzello almeno 150 Cofrancesco, documentati dagli atti
di battesimo dell’archivio parrocchiale. Quanti di loro siano effettivamente
arrivati all’età adulta non è dato di saperlo con precisione,
perché oggi non sono più disponibili il secondo e il terzo registro
dei morti dell’archivio parrocchiale; ma certamente molti, a giudicare
dai numerosi matrimoni di Cofrancesco, puntualmente annotati nei registri della
parrocchia, e dal fatto che nel 1714 troviamo viventi a S. Lorenzello circa
60 Cofrancesco, suddivisi in 21 nuclei famigliari, di cui 9 con capofamiglia
maschio Cofrancesco e 12 con moglie Cofrancesco. I più anziani di loro
avevano un’età compresa tra i 50 e i 60 anni e quindi erano nati
verso la metà del 1600; la maggior parte erano giovani con meno di 30
anni e giovanissimi. 40 anni più tardi, nel 1754 il Catasto Onciario
di S. Lorenzello registra ancora 10 nuclei famigliari con capofamiglia maschio
Cofrancesco, a cui si aggiungono altre 6 famiglie con mogli con lo stesso cognome
e 3 vedove.
Questi numeri mostrano
come la presenza di Cofrancesco si mantiene pressoché costante a S. Lorenzello
per quasi due secoli, dalla metà del 1500 fino alla metà del 1700.
Solo negli anni tra il 1740 e il 1750 alcuni Cofrancesco, con le loro famiglie,
si spostano, per motivi probabilmente economici, nella vicina città di
Cerreto e a Massa Inferiore, dando origine ad altre linee genealogiche, che
si sono sviluppate autonomamente nei secoli successivi.
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