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Le origini della famiglia Cofrancesco
Scritto da Pacifico Cofrancesco   
05/12/08
Indice articolo
Le origini della famiglia Cofrancesco
01. La valle del Titerno
02. Il nulceo originario della famiglia
03. Le prime generazioni a S. Lorenzello
04. I Cofrancesco nel 1600 a S. Lorenzello
05. Le principali linee genealogiche
06. La discendenza di Giovanni Donato
07. Lo Stato dell'anime del 1714
08. Il Catasto Generale di S. Lorenzello
09. Delle "assenze" importanti...
10. I Cofrancesco di Cerreto Sannita
11. I Cofrancesco di Massa
12. I Cofrancesco di S. Lorenzello
13. Le migrazioni dei Cofrancesco
14. Conclusioni
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4. I Cofrancesco nel 1600 a S. Lorenzello

Che cosa accadde di tutti questi Cofrancesco nel XVII secolo? Quello che si può dire con grande sicurezza è che, tranne alcuni casi isolati e spesso temporanei, la maggior parte di loro restò a S. Lorenzello, dove si erano ben radicati.

Alcuni avevano attività artigianali: Mattia e i suoi figli per esempio nel 1650 erano proprietari di una “bottega” nel centro di S. Lorenzello. Altri avevano terreni. Quasi tutti abitavano in una casa propria, talvolta anche di dimensioni ragguardevoli: i fratelli Vincenzo e Marco, figli di Simone Cofrancesco possedevano una casa di ben sette stanze, come risulta da un atto notarile del 1 marzo 1700.

 

 

 

Il borgo di S. Lorenzello ai piedi del Monte Erbano, dalla strada per Cerreto
Il borgo di S. Lorenzello ai piedi del Monte Erbano, dalla strada per Cerreto

Per tutto il 1600 i Cofrancesco abitavano generalmente nei vichi e nelle contrade del centro di S. Lorenzello, ossia nella parte antica del borgo, che, come risulta dallo Stato dell’anime del 1714, avevano nomi suggestivi, molti dei quali sopravvissuti fino ad oggi, con solo piccole modifiche: Vico dello Puzzo, Vico delli Panella, Contrada che va verso avanti SantoContrada in mezzo alla Piazza, Contrada sopra la Rua, Vico delli Brunelli. Chi abita oggi a S. Lorenzello riconoscerà immediatamente i nomi di queste vie e luoghi del borgo, sopravissuti anche al disastroso terremoto del 1688.

Avantisanti    Vico Panella
Le targhe di ceramica dipinta di vie storiche di S. Lorenzello già esistenti nel 1714

Si trovano anche nomi di cui si è persa la memoria, o almeno ufficialmente non ci sono vie o contrade che perpetuano tali nomi. Un esempio molto interessante, anche per la storia dei Cofrancesco, è il Vicinato Franzese, che potremmo tradurre in italiano moderno come il “Quartiere Francese. Questo era proprio il luogo dove Mattia aveva lasciato in eredità ai suoi figli la bottega di cui si è detto, con annessa casa d’abitazione, e dove altri Cofrancesco vivevano nel 1600. Qualche persona anziana identifica il Vicinato Franzese con il piccolo “vico” a fondo chiuso che si apre subito a sinistra all’inizio della via Avantisanti, percorrendola con le spalle alla chiesa di S. Lorenzo. La bottega di Mattia oggi non è facilmente identificabile, ma sotto gli intonaci rifatti in epoche recenti, gli edifici sono rimasti quelli del 1600, anche questi certamente sopravissuti al terremoto.

Vicinato Franzese - 1   Vicinato Franzese - 2
Il Vicinato Franzese dove Mattia Cofrancesco aveva la sua bottega

Anche i Cofrancesco sopravvissero, molto numerosi, sia al terremoto del 1688, sia alle epidemie più o meno grandi del secolo XVII, come ad esempio la peste del 1654, o l’epidemia, non registrata dalle cronache, ma evidente dagli atti di morte custoditi nella chiesa parrocchiale di S. Lorenzello, che nel 1623 nell’arco di circa tre mesi, da luglio a settembre, falcidiò oltre 100 persone, soprattutto donne e bambini, ossia quasi il 10% della popolazione allora residente a S. Lorenzello.

La mortalità infantile all’epoca era in generale molto elevata, soprattutto nelle famiglie più povere, in cui le condizioni economiche non permettevano una alimentazione corretta e adeguata, e dove spesso le condizioni igieniche non dovevano essere delle migliori. Inoltre qualunque tipo di infezione, non disponendo all’epoca di validi rimedi, risultava spesso fatale, soprattutto per i bambini. Le famiglie erano comunque assai prolifiche e la morte di un bimbo in tenera età era un fatto così frequente da essere accettato come facente parte dell’ordine naturale delle cose. Anche di madri morte di parto in giovane età ce n’erano molte. I mariti, rimasti vedovi e spesso con un gran numero di figli piccoli di cui occuparsi, si risposavano in breve tempo. Anche le donne, in caso di morte del marito, si risposavano assai di frequente. Le donne prendevano marito molto giovani, 15 anni era un’età quasi normale per una “vergine in capillo” (ragazza non sposata) per cercare marito. Caterina Pacelli, ad esempio, sposò Giovanni Donato Cofrancesco, figlio di Mattia, il 19 giugno 1645, all’età di 16 anni non ancora compiuti; Giovanni Donato, invece, aveva 32 anni: ben 16 più di lei.

Nell’arco dell’intero 1600 nascono a S. Lorenzello almeno 150 Cofrancesco, documentati dagli atti di battesimo dell’archivio parrocchiale. Quanti di loro siano effettivamente arrivati all’età adulta non è dato di saperlo con precisione, perché oggi non sono più disponibili il secondo e il terzo registro dei morti dell’archivio parrocchiale; ma certamente molti, a giudicare dai numerosi matrimoni di Cofrancesco, puntualmente annotati nei registri della parrocchia, e dal fatto che nel 1714 troviamo viventi a S. Lorenzello circa 60 Cofrancesco, suddivisi in 21 nuclei famigliari, di cui 9 con capofamiglia maschio Cofrancesco e 12 con moglie Cofrancesco. I più anziani di loro avevano un’età compresa tra i 50 e i 60 anni e quindi erano nati verso la metà del 1600; la maggior parte erano giovani con meno di 30 anni e giovanissimi. 40 anni più tardi, nel 1754 il Catasto Onciario di S. Lorenzello registra ancora 10 nuclei famigliari con capofamiglia maschio Cofrancesco, a cui si aggiungono altre 6 famiglie con mogli con lo stesso cognome e 3 vedove.

Questi numeri mostrano come la presenza di Cofrancesco si mantiene pressoché costante a S. Lorenzello per quasi due secoli, dalla metà del 1500 fino alla metà del 1700. Solo negli anni tra il 1740 e il 1750 alcuni Cofrancesco, con le loro famiglie, si spostano, per motivi probabilmente economici, nella vicina città di Cerreto e a Massa Inferiore, dando origine ad altre linee genealogiche, che si sono sviluppate autonomamente nei secoli successivi.



Ultimo aggiornamento ( 02/27/09 )
 
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